Il primo articolo del 2020 non può non riguardare l’episodio dello schiaffo dato da Papa Francesco alla fedele.
Pochi forse ricordano lo storico schiaffo d’Anagni, in cui era il papa (Bonifacio VIII) ad essere schiaffeggiato, e non a schiaffeggiare.
Eravamo nel 1303, e la famiglia Colonna era in lotta con quella dei Caetani (a cui apparteneva Bonifacio).
Le truppe di Giacomo Colonna, con l’appoggio del re di Francia, assediarono Palazzo Caetani ad Anagni, dove risiedeva il papa. Fu proprio li che Giacomo schiaffeggiò Bonifacio.
All’episodio di Anagni, davanti ad un bel piatto di paccheri al ragù, non posso che abbinarci con lo spirito (santo in questo caso) un ottimo cesanese del piglio, andando a pescare proprio nel terroir autoctono ciociaro, insomma del posto.
Avrei potuto farlo con una enciclica (che vi ricordo non è la bicicletta del papa). Ma lo faccio sugellando il tutto con una bolla, la bolla di Urbano. In questo caso, prodotta dalla cantina Pileum.
Il vitigno è un cesanese del Piglio, che mi riporta alla mente la fedele asiatica che un bello schiaffo si è pigliata, niente poco di meno che dal papa in persona, una bella papagna ben assestata.
Restando in tema di bolle, una accoppiata quasi divina sarebbe il binomio dei vini prodotti dalla cantina Bolla e dalla cantina Varvaglione (che produce l’ottimo Primitivo di Manduria PAPALE). Le due case vinicole se unite in una paradisiaca joint venture, darebbero vita a degustazioni celestiali.
La bolla papale, se apprezzata particolarmente, può essere anche bissata. In quel caso si darebbe vita alla ribolla (gialla).
Ma questa è un’altra storia, ve lo dico papale papale.
Come il sommo sommelier Vinaccia, il sommo pontefice ha in comune la predilezione per il vin santo.
Dopo tutto questo caos e clamore mediatico prediligiamo entrambi la tipologia del PAPocchio di Pernice !
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