Si ride e si scherza ancora sul recente intervento di Greta Thunberg all’Onu.
Non vorrei anche io essere apocalittico al pari di Greta, ma effettivamente c’è poco da scherzare. Dobbiamo tenere ben presente che la produzione dei vini che beviamo è strettamente sinergica alle condizioni climatiche del mondo.
Nell’enologia si parla di “condizioni pedo-climatiche” quando si vuole definire un insieme di fattori legati al clima, che rendono speciale ed unico un determinato vino prodotto in una determinata parte del mondo.
Dal punto di vista della latitudine, la vite attualmente è coltivabile dai 30 ai 50° nord e dai 30 ai 40° sud.
Ma con il “climate change” quali inimmaginabili scenari potrebbero delinearsi ?
In qualità di sommelier devo dunque porgere i miei complimenti a Greta, che ha versato lacrimae christi nel vertice Onu sul clima. E lo ha versato ai leader mondiali, attaccandoli duramente.
Eccovi alcune parole del discorso dell’attivista svedese, parole che non sono state riportate dai media :
“Non rubate i miei sogni, non voglio diventare astemia. I miei genitori, che ieri sera hanno alzato il gomito e si sono scordati di cancellare questa frase nel discorso che mi hanno scritto, astemi non lo sono e non lo saranno mai.
Non voglio bere vini di nazioni che non producono attualmente vino o che adesso nemmeno sanno cosa sia. Non oso immaginare in un futuro un vino prodotto in Groenlandia, cosa potrebbe essere. Magari nel 2050 berremo un vino prodotto nella mia stessa patria, un vino che si possa finalmente abbinare a quelle dannate polpettine indigeste che vendono all’Ikea”.
Riuscite ad immaginare cosa succederebbe se all’improvviso soffiasse un vento gelido nella zona dello Champagne, tirasse una brut aria insomma, così fredda da rendere irriconoscibile il gusto dello champagne?
Greta aggiungeva ancora: “Come vi permettete? Come potete offrirmi un cocktail tipo un bacardi on the rocks, senza ghiaccio? Caldo fa veramente schifo, ve lo bevete voi.
Allo stesso modo, come osate offrirmi un vino bianco surriscaldato globalmente ? E’ una porcata unica!”
Abituiamoci dunque all’idea che nei prossimi anni si andranno a produrre prevalentemente vini liquorosi in um mondo sempre più caldo, con uve altamente zuccherine e con poca acidità. Non c’ è futuro, ma solo passito e trapassito, dunque!
La fine del mondo è vicina, ma anche la fine della bottiglia di un buon vino è vicina, se nei paraggi c’è il vostro sommelier vinaccia.
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