In un suo recente articolo, il sito web satirico LERCIO ha da poco dichiarato di dover chiudere i battenti in quanto la realtà sta superando di gran lunga la fantasia.
Ed allora cosa dovrei dire io, il Sommelier Vinaccia, di fronte alle recenti battute di alto cabaret, da parte del neo responsabile alla commissione Unesco per l’Italia ?
Lino Banfi, parlando delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene (candidate a diventare sito Unesco come Patrimonio dell’Umanità), ha dichiarato che per un tipo come lui più che di Prosecco si dovrebbe parlare di Prograsso.
Aspettiamoci presto anche altro, ad esempio una battuta come “Brut, grass e pelato” non ce la leverà nessuno.
Già mi immagino Lino Banfi schierato insieme alle grandi cantine del prosecco DOCG, tra cui Col Veteraz, Colsaliz, Col Sandago, Col del Lupo. Col cavolo, però, che io lo avrei nominato a capo della commissione italiana per l’Unesco. E col cavolo che abbandonerò la satira; continuerò imperterrito nonostante la spietatissima ed agguerritissima concorrenza. Sono un prosecco dry io, un dry hard, duro a morire.
Vorrei ricordare che il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore è uno spumante DOCG, prodotto con il vitigno Glera. Caro Lino, non si scrive Glara ma proprio glera, bada bene.
La denominazione di origine controllata e garantita del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore è composta da 15 comuni, che il buon Lino schiererà sicuramente con il suo celeberrimo 5-5-5.
Ma più che di B-zona (nella foto il vino Bizona della pugliese Tenuta Macchiarola, da uve Primitivo),dovremo ora parlare di sottozona, una sottozona particolarmente vocata alla produzione enologica. Ossia un cru. Pertanto la Cru-zona altro non è che quella del Cartizze, ovviamente.
La complessità di profumi che scaturiscono dal prosecco ricordano al nostro Lino, attore dell’età d’oro della commedia sexy all’italiana, soprattutto mele e pere, ma anche meloni. Non essendo un grande intenditore Lino Banfi potrebbe confondere il sentore di ZAGARIA
con il sentore di zagara, oppure parlare di Bouchet Barbara invece che di un bouquet del vino molto complesso ed ampio.
Meno male che non si parla di Sauvignon, altrimenti potrebbe sentire l’odore di pipì di (commissario) LoGATTO.
E meno male che non è stata nominata a Patrimonio Unesco la zona del Collio. Altrimenti il leader del comitato del Collio avrebbe rischiato la vita, visto che il nostro Lino gli avrebbe sicuramente spezzato la noce del capoCollio.
Il prosecco, famoso per la sua facilità d’ abbinamento a tutto pasto, e quindi anche con le orecchiette alle cime di rapa, va servito ad una temperatura che va tra i 6° e gli 8°C, ( non solo a Lino Banfi e Christian De sica piacciono i vini Bellifreschi).
Per meglio apprezzare gli aromi fruttati del prosecco, si consiglia un calice a tulipeno, pardon a tulipano.
Lino Banfi per spazzare via tutte le polemiche sulla sua recente nomina, ha cominciato a studiare ed a documentarsi sull’Unesco.
E’ stato infatti avvistato in una famosa cantina nelle Langhe (già consacrato come sito Unesco). Per la serie, Occhio malocchio, prezzemolo e … Fenocchio.
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