Sanremo, provincia di Imperia. Siamo a due passi da quella zona paradisiaca in cui si produce l’incantevole Rossese di Dolceacqua.
Questo magico odore di vino arriva fino a mare, permeando l’aria di tutto il Festival di Sanremo.
Accanto a Baglioni ed alla Hunziker (buona come il Merlot svizzero), troviamo infatti il tuttofare presentatore romano, noto tra le altre cose anche come produttore di vino : Pierfrancesco FA…VINO ! Producicchia anche, dunque.
Ma passiamo ora ai cantanti.
I secondi arrivati; più che Stato sociale, sarebbe il caso di parlare di cantina sociale. Una cantina che produce vini bio-logici e bio-dinamici ovviamente (nel testo della loro canzone “Una vite in vacanza”, pardon una vita, citano tra i mestieri anche il bio-agricoltore ). A causa di tutto il vino che si sono bevuti, non hanno beccato una sola nota in tutte le loro esibizioni . La loro canzone è però molto orecchiabile. Alla vecchina che ballava durante le loro esibizioni offrirei se potessi un buon vino invecchiato. Sono sicuro che apprezzerebbe sicuramente. Un vino strutturato, una riserva dunque, la offrirei anche a Facchinetti e Fogli ( a Fogli un vino vegetale dite ?No, troppo scontato) visto che la loro canzone si intitola “il segreto del tempo”). Anche Luca Barbarossa, da grande intenditore di vino quale è, cita il vino nella sua canzone : “Passame er vino, lo mischio col sangue … “. Considerando che la sua canzone si chiama “Passame er sale” , dovrei offrirgli un vino bianco sapido. Ma volendo restare nella sua zona, propenderei per un vino dei colli romani, la frizzantina e sanguigna romanella.
Voglio ora alzare il livello e soffermarmi su vini molto più pregiati. Ecco dunque a voi l’ottimo Biondi (Santi). Non sto parlando del cantante Mario, ma piuttosto del Brunello di Montalcino Biondi Santi, un vero must tra i wine-lovers.
Al pari dell’ Ornellaia, un vino suadente morbido e vellutato, così come la voce di Ornellaia Vanoni.
Tenuta Ornellaia che guarda caso ha dedicato un vino anche al cantante Max Gazzè, (vedi sotto il Poggio alle… Gazzè). Non si tratta di un vino pugliese della zona di Vieste, quello deve invecchiare almeno 100 anni prima di essere pronto al consumo (sostiene sempre Max).
Il duo vincitore del festival Meta- Moro può brindare alla vittoria, ma personalmente lo ho trovato male assortito. I due cantanti rappresentano infatti rispettivamente l’anti-vino ed il vino ; Meta- nolo e Meta-llico sono parole con valenza puramente negativa nel mondo enologico. Quanto a Moro conosciamo il fresco e piacevole vino di Marco Carpineti.
Certo un cantante che canta “Non mi avete fatto niente” e poi si chiama “MORO” ed è pure romano, non è credibile.
Se il colore dominante del Festival è stato il rosso, anche il vino che preponderante nel festival è dello stesso colore. Basti pensare a Red Canzian ( a lui verserei da bere un meraviglioso bicchiere di Red Angel di Jermann). E come potremmo scordarci poi del color rosso Rubino? Che nella notte dei duetti ha presentato la sua canzone non con il figlio Rubinetto, ma per coerenza con Sabrina… Rossi.
Di Rossi nella stessa sera era presente anche Paolo, che ha accompagnato la performance del Piccolo coro dell’Antoniano insieme alla cantina sociale 🙂
Rossa di capelli anche la giunonica Noemi, che non smette mai di cercare il suo Paolo D’Amico (oltre che al reggiseno, ovviamente).
Se parliamo di colori, allora sareste daltonici a non vedere i The kolors, che nella loro canzone invitano l’amica Frida a non bere vini in cartone ( Frida, MAI MAI MAI) al contrario Di RON-co San Crispino che ovviamente è a favore.
Voglio poi citare Le Vibrazioni che si sono distinti per gusto, con la loro canzone sullo SFURZAT, “Così sbagliato”. Lo sfurzat, grande vino della Valtellina, è considerato un vino sbagliato perchè nato per “errore”.
Andando via dal festival, saluto Enzo Avitabile, famoso perché beve soltanto vini in bottiglie tappo vite.
E mi commiato personalmente con Elio e le storie di vite intenti a sorseggiare un Pinot grigio LAVIS.
La-vis comica di EELST è tristemente arrivata al capolinea. Gli ultimi arrivati del Festival mi intonano il loro Arrivedorci, ed io controbatto stappando un piacevolissimo vino toscano della val d’orcia. Un Brunello di Montalcino.
E grido loro : ” ARRIVEDORCIA ” !
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